1° premio
Serpente grigio su Poggio verde di Sara Galeotti – Roma
Motivazione:
Poetico e intenso, una prosa che cattura dalla prima riga con l’immagine di un cielo di marmellata viscosa che oscura le stelle. L’autrice procede accostando vivide immagini in cui luoghi e persone sembrano rispecchiarsi gli uni nelle altre, e viceversa. La Natura nel Serpentone di Corviale è stata inghiottita dal cemento, qui Roma finisce e inizia il deserto. Il deserto in cui vivono anche “Quellilà” che al pari degli ivoriani che allungano bustine bianche a una processione di spettri, “ce stanno, nun potemo buttalli fora”.
Le conseguenze di un’architettura che non tiene conto dei tempi e modi dell’umano, “un mostro lunghissimo, ingozzato di solitudine”, in cui non riesce a filtrare neppure il vento della sera, rapito da un infinito tentacolo. Perché “i luoghi ti cambiano. Tu li abiti e loro abitano te”.
2° premio
«Caterina e Antonio» di Salvatore Improta – Bologna
Motivazione:
Una scrittura limata, frasi brevi, quasi a riprendere il fiato tra l’una e l’altra. Una storia d’amore narrata con toni delicati, quasi in punta di penna, seguendo lo scorrere delle fermate della metro. Stazione dopo stazione, l’autore compie un viaggio attraverso due vite che si uniscono.
Tutto inizia alla stazione piazza Garibaldi, luogo in cui Caterina si rifugia durante la guerra. Una paura che non passa mai, le rimane nelle viscere come le viscere della terra la proteggono durante i bombardamenti. Ma è grazie a quella paura che conosce Antonio.
Un anno dopo, lei è di fronte al mare, quando sente il braccio di lui posarsi sul suo.
Ed ecco, nella seconda parte del racconto, Antonio farsi voce narrante, e ripercorrere lo stesso viaggio a ritroso, tra la dolcezza dei ricordi e la malinconia che si insinua. Tutta una vita insieme, oltre sessantacinque anni, il mare di Napoli però ora sembra cupo, taciturno. Ma ecco, “mi afferri per il braccio e torno a galla”.
3° premio
«Un incontro che cambia la vita» di Francesca Sala – Lecco
Motivazione:
Un’estetista speciale, forse Francesca è prima di tutto questo. Non che speciale lo sia da sempre. Per lei, come per tutti noi, ci possono essere incontri che cambiano la vita, che colpiscono come pugni nello stomaco fermando il respiro. Altre volte, per fortuna, sono invece carezze lievi come una brezza primaverile.
L’incontro di Francesca non apparteneva però a quest’ultima categoria, la sua compagna di liceo Elisa ora porta un turbante in testa, e non per gioco e neppure perché ha scelto un abbigliamento particolare.
Con garbo Francesca si prende cura di Elisa, farla bella con le sue stesse mani significa rendere più forte, più sicura di sé l’amica. La bellezza si trasforma in mezzo per trasmettere benessere, perché la bellezza “è un’esperienza, un sentimento, una sensazione di appartenenza a qualcosa di superiore è perfetto”.
Estetista, in questo senso, non ha nulla a che vedere con la superficie: sono cure che dall’esterno raggiungono l’interiorità, il cuore.